Cottura fimo: tutto quello che c’è da sapere

7 Giugno 2023
Cottura fimo: tutto quello che c’è da sapere

Il fimo è una pasta polimerica molto amata nel fai da te, che si modella come pongo e poi si cuoce per farla indurire, creando così componenti per bigiotteria o piccola oggettistica dalla consistenza simile alla plastica. Offre infinite possibilità creative, dato che permette di plasmare perle, ciondoli e tantissimo altro esattamente come lo si desidera e il risultato finale è molto resistente, sia al tempo che all’usura e all’umidità.

Come cuocere il fimo

Per molti il cruccio di questo materiale è la cottura, infatti la primissima domanda che ci viene sempre rivolta soprattutto da chi acquista in fiera è: come si cuoce il fimo? Una cottura del fimo perfetta è quella che segue quanto indicato nel bugiardino e, in generale, in tutti i panetti dove è indicato che va cotto a 110° per 30 minuti in forno.

Vediamo ora in dettaglio come cuocere il fimo in forno:

  • Tempo cottura fimo ottimale: 30 minuti. Questi possono variare in base allo spessore della creazione, se si fa una sfoglia finissima si può lasciare dentro anche 20 minuti mentre è consigliato non superare i 30 minuti indicati.
  • Temperature di cottura fimo: 110°. In questo caso è bene avere un buon forno per mantenere la temperatura stabile al livello indicato, temperature minori non permetteranno alla pasta di indurire, temperature superiori al contrario la faranno bruciare rovinandola a livello estetico.
  • Cottura fimo forno elettrico o a gas: tra i due, è meglio scegliere il forno elettrico in modalità statica o tradizionale (quindi non ventilato), perché consente di mantenere la temperatura costante da subito. Se si desidera utilizzare il forno a gas, è bene munirsi di termometro e aspettare a infornare finchè la temperatura non si sia stabilizzata e la fiamma si sia abbassata a livello di mantenimento.
  • Fornetto per fimo: se per i primi esperimenti è possibile utilizzare il forno di casa (che dopo andrà scrupolosamente lavato prima di utilizzarlo per cuocere alimenti). Il discorso cambia se si inizia ad usare il fimo con regolarità per hobby o lavoro: in questo caso, è consigliato comprare un fornetto per fimo, dedicato esclusivamente alla cottura delle creazioni. I fornetti che si acquistano per pochi euro spesso hanno solo il timer e non l'indicazione di temperatura, quindi se si decide di acquistare un fornetto apposito è bene investire qualche soldo in più, per non dover impazzire a mantenere la temperatura regolare durante l’utilizzo.

  • Termometro da forno: questo è un discorso legato ai fornetti più che ai forni normali da cucina. Il termometro è indispensabile per i fornetti senza regolatore di temperatura, ma è consigliato anche per quelli con la manopola dei gradi, perché anche se indicata, non sempre la temperatura è corretta e non sempre rimane stabile.


  • Cottura di creazioni grandi o molto dettagliate: intendiamo doll, cake topper, oak e simili che sono difficili da completare senza una base rigida. In questo caso, è possibile fare diverse cotture, ovvero non bisogna per forza fare la creazione tutta in una volta, ma è possibile cuocere “a strati”. Ad esempio per una bambolina, prima si fa la base intesa come il corpo nudo e si cucina. Poi si aggiungono i vestiti e si cucina. Infine si creano i dettagli e si cucina nuovamente. L'importante è tenere a mente che, tra una cottura e la successiva, il fimo deve raffreddare completamente (non solo superficialmente), quindi più è spessa una creazione, più è bene aspettare, anche 24 ore.

Cosa succede se sbaglio la cottura?

È semplice: il fimo non indurisce correttamente e non diventa resistente come dovrebbe. Vediamo insieme cosa può accadere con una cottura sbagliata e, soprattutto, come correggere per la volta successiva.

  • Fimo gommoso dopo cottura: questo dipende principalmente dal fatto che non si è cotto del tutto, quindi o la temperatura era troppo bassa o si è cotto per poco tempo. È possibile correggere questo difetto rimettendolo in forno, ma controllando bene temperatura e tempi. Altri motivi meno frequenti per cui rimane gommoso possono essere: l’aggiunta eccessiva di fimo liquid o altri oli che lo hanno reso più elastico, in questo caso rimane così anche rimettendolo in forno. Oppure l’utilizzo di fimo leater, che come effetto ha proprio quello di rimanere morbido e pieghevole, in modo da essere lavorato e cucito come fosse pelle.


 

  • Fimo che si sgretola dopo la cottura: può dipendere da diversi fattori, prima di tutto la lavorazione: soprattutto il fimo non proprio nuovo va ammorbidito molto bene e, se possibile, passato sulla macchina per la pasta finchè non torna bello elastico. Se nemmeno con la macchina della pasta ritorna elastico, è possibile aggiungere un goccio di fimo liquid o di mix quick per aiutarlo a guadagnare elasticità, perché se tende a sgretolarsi da crudo sarà meno resistente anche da cotto. Può dipendere anche qui dalla cottura: in questo caso, troppi sbalzi di calore durante la cottura. Anche lo spessore della pasta può influire: più è fina più sarà fragile. Consigliamo una sfoglia di minimo 2mm.
  • Fimo che cambia colore in cottura: in questo caso non è detto ci sia un errore. Esistono, infatti, vari tipi di fimo e la gamma effect, come suggerisce il nome, è una serie di linee di diversi effetti che cambiano proprio durante la cottura. Ad esempio, i traslucent diventano leggermente più scuri e trasparenti come vetro opaco, le pietre dure diventano brillantinose con le scaglie e così via. Se invece è stato cotto semplice fimo soft e ha cambiato colore, in questo caso è stato bruciato, si è cotto per troppo tempo o a temperature elevate. È possibile “grattare” la superficie con carta vetrata fine e, se non si è bruciato troppo lo strato sottostante, sarà del colore corretto.

  • Scaglie di colore che appaiono in cottura: anche qui stesso discorso del fimo che cambia colore in cottura. Può dipendere dal fatto che si è usata la gamma pietre naturali, oppure è stato bruciato.

Cotture di fimo alternative

Le cotture alternative sono fortemente sconsigliate, l’unica cottura corretta è quella in forno indicata nelle istruzioni del produttore. Ci vengono però spesso richieste informazioni sulle cotture alternative da chi non ha il forno e non ha intenzione di comprarlo. Principalmente ci chiedono informazioni su come cuocere il fimo a bagnomaria o al microonde. Ebbene ci siamo confrontate con Steadtler, che è al momento il produttore del fimo, per essere più precisi possibile ed ecco i motivi principali per non cuocere con i modi alternativi:

  • cottura fimo bagnomaria: è sconsigliata, perché semplicemente l’acqua non arriva alla temperatura corretta. Come abbiamo visto prima, il fimo deve cuocere a 110°. A bagnomaria la temperatura massima raggiungibile è 100° e quindi il fimo rimane gommoso e/o rimane fragile, perché non si raggiunge la temperatura che permette di completare il processo di polimeralizzazione.
  • cottura fimo microonde: è sconsigliata perché il microonde, come dice il nome, usa le onde e non il calore, quindi è una cottura disomogenea e potenzialmente disastrosa. In particolare, le onde elettromagnetiche scaldano solo alcuni componenti del fimo, dato che non interagiscono con tutti i materiali che compongono la pasta, ma solo con alcuni tipo gli oli: il risultato sarà una cottura disomogenea. Altro contro: è praticamente impossibile calcolare tempi e temperatura, dato che il calore non dipende da un termostato, ma dall’interazione delle onde con i componenti.
  • cottura fimo lesso: sembra superfluo dirlo, ma la cottura direttamente in acqua, oltre ad avere lo stesso problema di temperatura del bagnomaria (ossia massimo 100°), e quindi troppo bassa con rischio di fragilità dopo la cottura, ha l’ulteriore svantaggio di avere il fimo crudo a contatto con un liquido che si muove, quindi può alterare la forma delle creazioni, ancor peggio se si cuociono più creazioni in una volta, perché possono “incollarsi” durante la cottura.

Questi sono i principali metodi alternativi che ci vengono richiesti e di cui abbiamo parlato con il produttore, ma ovviamente la creatività non ha confini e in questo contesto non è un bene. Premesso che ognuno è libero di fare come vuole, l’importante è sapere che non utilizzando i metodi indicati nel bugiardino, che sono sicuri e testati, si ha la certezza di non avere il miglior risultato possibile e, in più, il produttore non risponde di eventuali danni a cose e/o rischi per la salute.

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